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Vivere il «Da Mihi Animas»
come Famiglia Salesiana

L’esperienza del Triveneto (Italia)
Mestre, gennaio 2009

Premessa
La relazione presenta la collaborazione come Famiglia Salesiana nell’ambito della Pastorale Giovanile a livello ispettoriale ovvero regionale. Si tenga presente che, su vari aspetti, il lavoro è un “divenire continuo” sia perché l’impostazione pastorale è dinamica (non statica) sia perché vi sono ancora alcuni interrogativi aperti.

 

  • UN PO’ DI STORIA

L’attuale collaborazione esistente nel Triveneto tra sdb, fma e asc affonda le sue radici nella spinta che l’anno 1988 ha dato a tutto il mondo salesiano. In quel periodo (vi erano due ispettorie sdb, due fma, due consigli asc) si crearono e si rafforzarono alcune attività a livello ispettoriale che erano il frutto di un cammino condiviso tra le realtà della famiglia salesiana maggiormente attive per il bene dei giovani.
L’impostazione precedente è stata continuata e ulteriormente rafforzata con l’unione delle Ispettorie SDB (ivo+ive) e delle Ispettorie FMA (ivc+ivp) avvenute in contemporanea nel anno 2003 e con l’unione delle due provincie dei Salesiani Cooperatori avvenuta nel 2004.
In tale occasione si definì tutta l’azione pastorale comune ai due Istituti e alla Associazione dei Salesiani Cooperatori. Le altre componenti della Famiglia Salesiana presenti sul territorio sono coinvolte a livello ispettoriale a seconda delle occasioni.

 

  • ELEMENTI E SCELTE CHIAVE DELLA COLLABORAZIONE

Facendo un’analisi della collaborazione e corresponsabilità che vi è a livello ispettoriale tra sdb, fma e asc possiamo individuare i seguenti elementi chiave:

  • operare in unità di intenti ovvero cercare continuamente la comunione non ritenendola mai per scontata o una meta conquistata; concepire la comunione come elemento fondamentale per educare evangelizzando ed evangelizzare educando;
  • il territorio geografico su cui operare è lo stesso per sdb, fma e asc; è un presupposto che crea delle condizioni molto favorevoli per la collaborazione;
  • la convinzione che la collaborazione pastorale non avviene per opportunità pastorale bensì per motivi carismatici;
  • avere a cuore la presenza del carisma salesiano sul territorio e quindi il desiderio di presentarsi “come un unico corpo”;
  • l’aver individuato dei precisi campi di azione all’interno del Movimento Giovanile Salesiano che, in pratica, è il luogo in cui la collaborazione prende forma;
  • l’aver individuato una struttura organizzativa in cui dare spazio ai diversi membri della Famiglia Salesiana  (cf. Annuario del MGS Triveneto);
  • concepire l’animazione locale e quella ispettoriale come un’unica azione pastorale a favore dei giovani. Sono due polmoni di un unico corpo, due movimenti di un unico cuore (il MGS Triveneto non è quindi la somma delle attività ispettoriali, bensì l’insieme di tutte le attività che si svolgono a favore dei giovani a livello locale e ispettoriale).
  • la scelta del protagonismo giovanile nell’animazione del MGS a livello ispettoriale; il felice slogan “Giovani per i Giovani” ci ha portato ad impostare ogni attività dando ampio spazio ai giovani, valorizzando il loro apporto nel servizio dei diversi ambiti di animazione (cf. Staff ed Équipe);
  • creare opportunità per maturare il carisma salesiano da adulti: dal Movimento Giovanile Salesiano al Movimento Salesiano; il carisma salesiano non è un “carisma a tempo” ma un dono che Dio fa per sempre (è un punto ancora in fieri).

 

  • IL MOVIMENTO GIOVANILE SALESIANO E I CAMPI DI COLLABORAZIONE

Il luogo in cui si realizza il lavoro pastorale comune a favore dei giovani è il MGS Triveneto a livello Ispettoriale (regionale). Qui convengono i giovani e gli animatori, provenienti prevalentemente dalle case delle due ispettorie, che crescono ed operano secondo la Spiritualità Giovanile Salesiana.
Possiamo evidenziare 4 campi di azione comune tra SDB, FMA e ASC che attraverso staff o équipe progettano e animano assieme ai giovani i cammini o appuntamenti di seguito indicati.

A - Animazione ad ampio raggio

1. Grandi convocazioni
Lungo l’anno pastorale vi sono alcuni appuntamenti che hanno lo scopo di offrire una formazione comune e di rafforzare il senso di appartenenza al carisma salesiano. Questi sono:

    • a inizio anno: i Meeting MGS (sono in tutto tre e proposti in date diverse per fasce di età: terze medie, prima e seconda superiore, oltre la terza superiore);
    • a metà anno: la Festa dei Giovani (15-25 anni) e la Festa dei Ragazzi (9-14 anni);
    • a fine anno: la Veglia Vocazionale  (chiusura dei cammini formativi e vocazionali a livello ispettoriale con promesse dei Salesiani Cooperatori);
    • a inizio estate: Corsi per Animatori (corsi per le realtà salesiane e diocesane).

 

2. Percorsi di Evangelizzazione (over 20):

    • Laboratorio Salesiano della Fede
    • Percorso di Formazione per Animatori ed Educatori
    • La Scuola di Teatro Arte e Relazione

3. Esperienze estive

 

B - Animazione Vocazionale

Vengono proposti ai ragazzi e ai giovani alcuni cammini differenziati di ricerca vocazionale con lo scopo di guidarli nella ricerca del progetto che il Signore ha su ciascuno. Il percorso riguarda la vita umana, cristiana e salesiana; si sviluppa gradualmente aiutando a maturare nel ragazzo la propria adesione a Cristo nello stile salesiano.

    • Leader (3 media)
    • Giovani Orizzonti (1-2 sup.)
    • Giovani per i Giovani (3-4 sup.)
    • Gruppo Ricerca (5 sup. e oltre)
    • Comunità Diaspora M (post Gr. Ricerca)
    • Comunità Diaspora F (post Gr. Ricerca)
    • Scuola Cooperatori (post Gr. Ricerca)

 

C - Animazione Missionaria e Servizio Civile Nazionale

1. Animazione Missionaria
Vengono proposti ai giovani dei cammini per maturare nella propria sensibilità missionaria:

    • Qui e Là insieme
    • Scuola di Mondialità

I giovani che hanno maturato questa sensibilità vengono aiutati a fare il passaggio all’esperienza associativa del Vides o del Vis. Questo è un campo di azione in cui stiamo cercando di maturare una riflessione e quindi un progetto più organico e condiviso.

2. Servizio Civile
L’esperienza proposta dallo Stato italiano del Servizio Civile Nazionale è comune ai due Istituti sdb ed fma. Tale scelta permette di presentarsi sul territorio in modo unitario e compatto e permette un orientamento dei volontari più ampio in sede di selezione. L’esperienza è pensata in modo da permettere ai giovani di avvicinarsi o di conoscere meglio il carisma salesiano.
D - La Comunicazione

È un campo decisivo per l’insieme della nostra azione pastorale. La comunicazione è sempre a servizio delle comunità, dei giovani e delle iniziative che si fanno per loro. Vi è sinergia tra comunicazione, proposte ispettoriali e vita locale. La comunicazione è pensata per informare sulle attività ispettoriali e locali e per formare i giovani e gli operatori pastorali.
I principali mezzi di comunicazione che abbiamo sono:

    • la rivista Giovani per i Giovani
    • il sito www.donboscoland.it  e la newsletter

Decisiva l’idea di non perdere il contatto con il giovane una volta incontrato (il sito, la rivista e altri strumenti garantiscono un collegamento costante con le realtà dell’MGS Triveneto).

Nota – La comunione si vede anche a livello economico. Il MGS Triveneto infatti si sostiene prevalentemente in modo autonomo.

 

  • LE STRUTTURE DI GOVERNO E ORGANIZZATIVE

Il desiderio di collaborare nel territorio come Famiglia Salesiana ci ha portato in questi ultimi anni a pensare anche a delle strutture che animino sia la riflessione sia la realizzazione di tutte le proposte.
Tre i principi che stanno a fondamento delle strutture di governo e organizzative:

  • la corresponsabilità nella missione: una responsabilità distribuita nel rispetto dell’identità di ogni membro della Famiglia Salesiana coinvolto, valorizzandone la specificità;
  • il protagonismo giovanile, ovvero la realizzazione dello slogan “Giovani per i Giovani”;
  • Il raccordo tra l’animazione ispettoriale è quella locale. L’ispettoriale è infatti a servizio delle realtà locali.

 

Ecco come appare attualmente la struttura di animazione del MGS Triveneto

 

Coordinamento Principale

  • Delegato PG sdb e Consigliera PG fma. Progettano e coordinano la realtà del MGS Triveneto.
  • Segreteria MGS. Un gruppo di giovani che, con il Delegato sdb, la Consigliera fma e l’Incaricato per la PG dell’asc, riflettono sulle iniziative ispettoriali comuni a tutto il MGS Triveneto.

 

 



Il “Coordinamento Principale”, anche grazie alla Strenna 2009, sta prendendo una nuova forma per rispondere in modo più adeguato alle esigenze del territorio, dei vari centri salesiani e al desiderio di una maggiore comunione effettiva (e non solo affettiva) tra le varie componenti della Famiglia Salesiana.

Ipotesi di Coordinamento in conseguenza della Strenna 2009

  • Équipe di Pastorale Giovanile Unitaria

Formata da 3/4 sdb, 3/4 fma, 3/4 asc e 3/4 giovani. Compiti di questa équipe:

  • progettare e coordinare la realtà del MGS Triveneto riguardo le iniziative comuni;
  • riflettere in modo unitario sulle azioni comuni di Pastorale Giovanile;
  • creare sinergie e collegamenti tra le realtà locali e la realtà ispettoriale.

                       

  • Consulta MGS

Si tratta di un organo che garantisce la rappresentatività di tutte le case delle due ispettorie formato prevalentemente dai giovani. All’Équipe di Pastorale Giovanile Unitaria parteciperanno alcuni giovani eletti dai membri della Consulta stessa. Si sta valutando la possibilità di creare delle zone geografiche per garantire un maggiore coinvolgimento del locale.



     

 

 

Uffici MGS e Servizi Specifici


Presenza negli uffici

  • Uffici di segreteria                
  • Volontari SCN                                              

Strumenti di Comunicazione

  • Giovani per i Giovani e MGSNews
  • Siti web                                 

Servizio Civile Nazionale

  • Responsabile                                   
  • Formazione e Selezioni
  • Progettazione e Segreteria               

Economia

  • Economo                                                      

Staff ed  Équipe


STAFF MGS
Curano le grandi convocazioni e gli strumenti di comunicazione del MGS
                                                                                                                                   

  • Staff Festa dei Giovani                    
  • Staff Festa dei Ragazzi                    
  • Staff Redazione GxG                      
  • Staff DBWeb                                    
  • Staff DBLive 
  • Staff INEstate                                   
  • Staff Corsi Animatori
  • Staff Meeting MGS

ÉQUIPE  MGS
Coordinano i cammini formativi e/o esperienze associative nel MGS

Équipe Vocazionali

  • Gruppo Leader
  • Giovani Orizzonti                              
  • Giovani per i Giovani                                   
  • Gruppo Ricerca                                
  • Comunità Diaspora M                      
  • Comunità Diaspora F                       
  • Scuola Cooperatori   

Équipe e Associazioni Missionarie

  • Scuola di Mondialità                         
  • Qui e là insieme                                
  • VIS (cf. Comitato)
  • VIDES            (cf. Comitato)            

                 
Équipe Percorsi di Evangelizzazione

  • Laboratorio Salesiano della Fede     
  • Percorso di formazione per Animatori ed Educatori
  • Scuola Teatro Arte e Relazione

Équipe Associazioni

  • ADS
  • GEX

Équipe (Associazioni civili) del Tempo Libero
(cf. Comitati)

  • TGS
  • CGS  


 

  • INTERROGATIVI APERTI

 

Vivendo la nostra esperienza di lavoro comune come Famiglia Salesiana nel MGS Triveneto ci si sono posti alcuni interrogativi su cui stiamo riflettendo e che desideriamo condividere.

Un punto debole della collaborazione
Ci sembra che un punto debole sia dato dalla mancanza di luoghi istituzionali effettivi di confronto, progettazione, formazione e collaborazione della Famiglia Salesiana sulla Pastorale Giovanile a livello locale, ispettoriale e nazionale. La realizzazione di tali organi istituzionali attenuerebbe il rischio di collaborare solo in base alla sensibilità dei responsabili.

Vivere il carisma salesiano da adulti
Un interrogativo che sentiamo non risolto è: “Come continuare a vivere il proprio carisma salesiano da adulti?”. È una domanda che all’apparenza ha già molte risposte ma che di fatto si ripropone quando constatiamo che molti giovani che hanno fatto dei cammini formativi all’interno della Spiritualità Salesiana faticano a trovare la propria collocazione all’interno del Movimento Salesiano.

 

Il rapporto tra Movimento Giovanile Salesiano e Movimento Salesiano
Ci sembra che il Movimento Giovanile Salesiano sia ben organizzato come iniziative, percorsi formativi e come strutture di partecipazione garantendo così l’interiorizzazione del carisma. Come il Movimento Salesiano può garantire la perseveranza nel carisma salesiano? Don Vecchi scrisse: “Bisogna inventare e provare!” (cf. Don Vecchi, La Famiglia Salesiana compie venticinque anni, 1997).

 

CONCLUSIONE

Abbiamo affermato che la scelta di operare assieme come Famiglia Salesiana per i giovani non è solo un’opportunità pastorale, ma un fatto carismatico. Questa esperienza la facciamo quotidianamente gustandone la ricchezza e i frutti pastorali che ne derivano.
Ci rendiamo sempre più conto che l’incontro delle diversi membri della Famiglia Salesiana, ognuno secondo la sua identità, dà maggiore consistenza anche al comune impegno educativo. Sono infatti continuamente messi a confronto: sensibilità femminile e maschile, scelte vocazionali diverse (vita religiosa o impegno laicale), modelli di adulti maturi impegnati nel servizio, giovani in ricerca e profondamente appassionati di don Bosco. Questo richiede da parte di ogni gruppo l’impegno di crescere nella propria identità carismatica e la scelta di maturare nella corresponsabilità.
Il desiderio di evangelizzare ci appassiona, lo stile educativo ci accomuna, la responsabilità di sviluppare l’eredità carismatica di don Bosco è per noi una sfida. Vivere il «Da Mihi Animas» assieme per la salvezza dei giovani è il dono più bello e profetico che possiamo fare oggi alla Chiesa e alla società.

 

Don Igino Biffi – Delegato PG SDB
Sr. Stefania Vivian – Delegata FMA dell’ASC
Andrea Penzo – Incaricato per la PG dell’AS

 

ESPERIENZE  DI  COMUNIONE DELLA FS NELLA CHIESA E NEL TERRITORIO

 Diocesi di San Severo

Nel 1895 Don Rua dava anche corso ad una iniziativa singolare : faceva sei copie a tutti i vescovi d'Italia ed una a tutti i parroci di un volumetto contenente  il Regolamento dell'Oratorio S. Francesco di Sales per gli esterni di don Bosco.
Quel gesto profetico gli fruttò molto in quanto aprì un ponte istituzionale verso la chiesa ed il territorio, potenziale movimento carismatico per la salvezza di un sempre maggior numero di giovani e bacino di una nuova primavera di associati nelle varie associazioni istituzionali della Famiglia Salesiana.
Fu anche per questa scelta che tantissimi preti secolari  e corrispettivi parrocchiani prima divennero "amici di don Bosco"  e poi zelanti salesiani cooperatori/trici. Questo movimento si allargò e si divulgò grazie al Bollettino Salesiano che amplificava la vita della FS ed anche dava spazio al movimento diocesano e laicale che si era venuto ad innescare.
La nostra storia di Famiglia salesiana inserita pienamente nella chiesa e nel territorio inizia proprio così. Le nostre radici di Famiglia Salesiana risalgono alla fine del 1800 quando i sacerdoti diocesani e i laici crearono una sinergia di intenti per far venire i figli di don Bosco nella nostra città di San Severo nel 1905. La stessa forza sinergia che portò alla venuta delle FMA nel 1925. La FS era al completo (SDB-FMA- ASC-Exallievi/e sia tra i laici che tra il clero diocesano,  più tardi anche alcune Volontarie di don Bosco).  Dal 1905 fino al giorno della sua nascita al cielo (23 novembre 1977), ci fu un uomo, il servo di Dio Don Felice Canelli,sacerdote secolare e direttore diocesano dei salesiani cooperatori e animatore degli exallievi/e che amò don Bosco, si modellò sul suo cuore, sposò e condivise la causa salesiana e diventando fratello di sangue con i salesiani e le figlie di Maria Ausiliatrice,  si impegnò a curare, guidare, sostenere e promuovere la comunione e la missione all’interno della FS; a  condividere il dono del “patrimonio salesiano” nella sua parrocchia, con il clero, nella Diocesi, con il territorio di dentro e  fuori diocesi, con  ogni attività a favore di don Bosco, con il suo spirito e per il bene per la  gioventù. Non solo, ma con gli exallievi , per vivere il progetto di don Bosco: “Buoni cristiani ed onesti cittadini” fondò il circolo cittadino “Don Bosco” che poi divenne la radice del Partito Popolare e poi della Democrazia Cristiana, la prima forma di scoutismo: Esploratori don Bosco, la Conferenza di san Vincenzo, le Acli, le cooperative a favore dei più bisognosi, La FUCI, i collaboratori della scuola serale per i giovani operai  ect.. Con le prime benefattrici dell’Opera dei Salesiani costituì i circoli femminili cattolici da cui nacque l’azione cattolica,e in seguito le guardie di onore al Sacro Cuore, le dame della Carità di San Vincenzo e tante altre associazioni di carattere formativo- assistenziale.  Non solo creò e sostenne la comunione/missione ad intra ma anche ad extra.  E non solo inserì il carisma salesiano nella chiesa ma trapiantò l’ecclesialità nelle opere della FS: non a caso nacque l’azione cattolica “Domenico Savio” o il coordinamento delle beniamine dei vari circoli (oggi ACR) dato al vescovo alle FMA.
Scriveva in una pagina del suo Diario"Gesù tanto ha sofferto ed è tormentato dalla sete delle anime. Il programma di un apostolo è "Da mihi animas" cioè cooperare con Lui alla conquista e alla salvezza delle anime!". Grazie a Don Felice nella nostra diocesi don Bosco è di casa . In quasi tutte le parrocchie esiste un suo quadro nella sacrestia o un oratorio a lui dedicato. E se oggi, siamo qui a raccontarvi semplici, piccole ed ordinarie situazioni, lo dobbiamo a lui e a ciò che ha seminato e costruito con la FS nel corso di quasi cento anni. Siamo “pulci sulle spalle di un gigante” e di questo ne siamo orgogliosi.    (Sr Francesca Fma)
Sono Andrea Pupilla, ho 27 anni e sono un diacono della Chiesa che è in San Severo. Un anno fa il Signore “mi ha mandato per annunziare un lieto messaggio ai poveri” (Lc 4,18) ed a servire la Chiesa nella Caritas diocesana come vicedirettore. Mi sento un privilegiato: stare con i poveri è stare con Cristo. Essi sono suo «sacramento» (cfr. Mt 25).
La Provvidenza ha voluto che condividessi la mia esperienza pastorale “in condominio”  con la comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice, nell’ex- Istituto Salesiano, un vero e proprio fiore all’occhiello nella città, luogo di crescita e di formazione di gran parte dei sanseveresi, da tempo in stato di degrado. Con le suore si è stabilito un rapporto di fraterna condivisione e di concreta collaborazione. La mission affidata alla Caritas è innanzitutto quella di “educare”. Non è un ‘associazione di beneficenza, di assistenza o di volontariato, ma possiede nel suo dna la “prevalente funzione pedagogica” (Statuto Caritas Italiana art.1) nei confronti dei poveri, della Chiesa e del territorio. In quest’ottica, nel dna della Caritas ritrovo la modalità vocazionale per esprimere il carisma salesiano, ispirato da un grande educatore: don Bosco.
In questa meravigliosa e impegnativa missione il carisma salesiano è vissuto con naturale dedizione nell’animazione alla testimonianza della carità anche  da un gruppo formato da ex-allieve salesiane e da alcuni salesiani cooperatori che danno una mano nella mensa quotidiana e nel “neonato” sportello lavoro. Come è frequente una collaborazione nell’educazione dei ragazzi dell’oratorio e nell’opera educativa di ragazzi provenienti da nuclei famigliari in difficoltà, realtà sempre più diffusa ultimamente nel nostro territorio con il doposcuola gestito dalle suore FMA e da exallieve. Sono presente anche all’ interno dell’Equipe di Pastorale Giovanile e lavoro con Don Nico Sr Francesca e don Nazareno nell’animazione diocesana  “con cuore salesiano” della Pastorale Giovanile. Infine, il mio desiderio di aspirante salesiano cooperatore trova sostegno e conferma nel mio lavoro pastorale quotidiano, a contatto con molti migranti, la gran parte giovani, presenti in tanti nel nostro territorio pugliese   (don Andrea Asc)
Sono entrato in contatto con la realtà delle suore per i miei figli e poi ho scelto di vivere la salesianità come cooperatore inserito nel sociale.
A San Severo esiste un centro di aggregazione per giovani chiamato: “Epicentro”, staccato dalle parrocchie e gestito da Don Nico, Sacerdote Salesiano Cooperatore, e siccome lo stesso aveva mi aveva chiesto se potevo dargli una mano, ritenendo positiva la presenza di un adulto in mezzo ai giovani, ho accettato con entusiasmo questa nuova e stimolante esperienza. Dopo oltre un anno posso dire che per me l’esperienza è stata largamente positiva. Il rapporto con i giovani è stato un arricchimento che mi ha permesso di capire  meglio anche i miei figli. Di converso, parlando con loro credo di aver fatto comprendere i comportamenti dei genitori.
Essendo l’ambiente un centro dove è presente anche la Caritas Diocesana collaboro con essa per la mensa e   in un  centro di indirizzo per avviare all’impiego i giovani visto che sono anche segretario  del sindacato CGIL (Peppino Asc)
La passione per i giovani e la loro educazione ha per me radici lontane e risale ai tempi del seminario maggiore quando iniziai a vivere le prime esperienze pastorali nell’ambito dell’oratorio interno del quale, dopo un anno, diventai responsabile . Diventato sacerdote per oltre quattro anni ho vissuto una straordinaria esperienza nella Missione Cattolica Italiana di Kloten dove mi sono occupato dei giovani figli degli emigrati Italiani. Ma l’esperienza più significativa, che ancora oggi è tutta la mia vita, è iniziata nel 1993 quando, rientrando in diocesi, da Mons. Cesare Bonicelli mi furono assegnati due compiti importanti: insegnare religione in una scuola superiore e poi realizzare un centro giovanile che potesse essere un punto di riferimento per i giovani della città in particolare per quelli che non gravitano intorno alle realtà parrocchiali. A tale scopo mi furono affidati alcuni locali dell’ex Istituto Salesiano che da tempo versava in uno stato di totale abbandono. Pian, Piano quel luogo, che aveva visto i Figli di don Bosco spendersi generosamente per l’educazione e la formazione di intere generazioni, incominciò a riprendere vita e a ripopolarsi di giovani. Nacque così l’Epicentro Giovanile e simbolicamente volli che la sua data di nascita fosse proprio il 31 gennaio, festa di San Giovanni Bosco.  Gli anni che seguirono non furono facili. Nel frattempo fui nominato anche cappellano del carcere di San Severo e mi venne chiesto, inoltre, di diventare assistente spirituale di una comunità di recupero per tossicodipendenti. Al di là di tutte le attività svolte nel passato e nel presente  la gioia più grande che ho vissuto e vivo costantemente con i giovani dell’Epicentro è quella di sentirmi padre, la consapevolezza di aver contribuito, nonostante i mie limiti sempre perdonati dai giovani, alla crescita umana e spirituale dei giovani stessi. Nel 1996 venni nominato cappellano delle Suore FMA e da allora iniziò una collaborazione che divenne sempre più stretta e proficua fino al punto che negli anni passati una suora veniva regolarmente all’Epicentro per stare insieme con i giovani. Questa collaborazione ha avuto due momenti particolarmente rilevanti: il primo nel 2006 quando dinanzi al Rettor Maggiore feci a Bari  la mia promessa di Salesiano Cooperatore coronando un impegno che in fondo aveva caratterizzato tutta la mia vita; il secondo nel 2007 quando le Suore FMA lasciarono la sede storica dell’Istituto “Matteo Trotta” trasferendosi anche loro nell’ex Istituto Salesiano. Uno spostamento da me caldeggiato e desiderato in quanto prevedevo la positività di una sinergia tra la realtà dell’Epicentro Giovanile e quella dell’Oratorio Salesiano. Oggi le due realtà vivono fianco a fianco, si integrano e si sostengono a vicenda. Con una Suora FMA condivido la responsabilità della Pastorale Giovanile Diocesana, alcuni cooperatori ed ex allieve assicurano una presenza costante nella vita dell’Epicentro e sono riusciti a stabilire rapporti molto belli con i giovani. Alcuni giovani dell’Epicentro sono diventati anche animatori dell’Oratorio Salesiano e molti di essi hanno dato un aiuto prezioso nella scorsa estate ragazzi dopo che la nostra comunità aveva vissuto un momento davvero tragico per la scomparsa di due suore. Condividiamo il sabato sera la Celebrazione Eucaristica ed altri momenti di spiritualità come i ritiri mensili. Concludendo dicendo che lo spirito salesiano ha sempre segnato la mia vita di sacerdote…  e con il passare degli anni ne sono diventato solo sempre più consapevole. (don Nico Asc)
La  vocazione di essere “una presenza di don Bosco” nell’oggi  la sento soprattutto quando sono a scuola con le mie colleghe, con i più piccoli, i loro genitori e quando sto  con i miei nipoti … lì sperimento la gioia e l’allegria e mi sforzo di essere presenza costante e piacevole. In quei momenti realizzo ancora di più l’emergenza di affetti, sorrisi, abbracci fraterni che reciprocamente ci scambiamo. Mi nutro di questa vita fatta di lievi gesti,e affetti cercando di essere   in famiglia, nel lavoro e nel territorio dove opero una discreta presenza salesiana. Vivere da salesiana cooperatrice è la scala, la chiave  e la porta che mi aiutano a realizzare il vivere quotidiano nella prospettiva della comunione (Teresa Asc)                      
Il 6 maggio 2008, alla presenza di don Adriano Bregolin, sono diventato Salesiano Cooperatore. E' stata questa il punto di arrivo di un cammino che da anni il Signore mi aveva messo davanti. Sin dall'ordinazione diaconale nel 1996, il Signore mi ha messo davanti all'esperienza giovanile, attraverso la Pastorale Giovanile (in cui si è intensificata di anno in anno la collaborazione con le Figlie di Maria Ausiliatrice) e con l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole medie e superiori.
Il contatto prolungato con i giovani mi ha fatto intravvedere la volontà di Dio di dedicare la maggior parte del mio tempo per questa missione giovanile. Ho quindi sempre lavorato privilegiando il mondo giovanile che, nella diocesi, ha tanto bisogno di attenzioni pastorali. Soprattutto i giovani più lontani da Dio: sono sempre stati quelli che ho cercato di incontrare, con l'amicizia e l'attenzione.
Il percorso di vita presbiterale mi ha avvicinato, nel 2002, alle Figlie di Maria Ausiliatrice in maniera più costante con una collaborazione fatta di presenza e di amicizia. Attraverso di esse ho scoperto che nel mio cuore il carisma salesiano era preminente: sarà perchè sin da piccolo, avendo frequentato una scuola elementare intitolata a S. Giovanni Bosco, ne conoscevo bene la vita; sarà anche perchè in tante situazioni ho davvero percepito che il Signore mi chiedeva di fare qualche "pazzia" per i giovani; sarà anche perchè nelle parrocchie in cui ho prestato servizio, come viceparroco prima e come parroco ora, la missione per i giovani da "cercare" mi ha sempre preso la maggior parte del tempo.
Dal 1 settembre 2006 il Vescovo mi ha chiamato ad essere parroco in una realtà diversa da quella della grande città: un paesino di 2000 abitanti. A tutta prima può sembrare facile, considerando il numero di abitanti. Poi mi sono accorto che su 2000 abitanti, almeno i 3/4 di essi richiedono attenzioni e cura pastorale. Tra questi, almeno 1/3 è composto da bambini, ragazzi e giovani. E sono la parte più importante di una comunità che puntualmente si svuota di giovani che vanno altrove a cercare lavoro o a studiare. Perciò la dedizione al mondo giovanile, qui a Rignano Garganico, è aumentata a dismisura, catturando quasi tutto il tempo e la dedizione pastorale. La scoperta che ho fatto qui è stata quella che, in un paese così ricco di giovani, i giovani cristiani erano e sono ancora pochi, attratti più dal bar, dalle droghe e da una gran sete di emersione dall'anonimato del paesino, che per contro genera giovani già vecchi, avendo sin dai 15-16 anni, vissuto tutte le esperienze e non avendo più nulla da sognare.
Rignano, inoltre, avendo dato i natali a ben 15 salesiani nel secolo XX, non ha mai avuto né un Oratorio, né una reale attenzione cristiana al mondo giovanile. L'obiettivo prefissato era ed è ancora grande: un Oratorio a Rignano Garganico. Dove? Ovviamente nel garage della casa canonica, nella cosiddetta nostra "tettoia Pinardi". La scarsità di ambienti, che si spera di colmare nel futuro con la costruzione di un ambiente adeguato, non scoraggia affatto: l'Oratorio è davvero una esperienza da vivere piuttosto che un ambiente da riempire. E, insieme a tutti i componenti dell'Azione Cattolica il 31 gennaio 2007 (dopo 3 mesi di presenza) ho voluto far nascere l'Oratorio-ANSPI "Giovani con don Bosco". "Con", perchè è solo insieme che si può essere Oratorio; "Con", perchè don Bosco, spiritualmente, avendo amato questo paese attraverso i tanti SdB, è davvero accanto; "Con", perchè tutte le realtà pastorali non sono cancellate ma valorizzate (vedi l'A.C.).
Dall'Ottobre scorso un quadro di don Bosco troneggia all'interno della Chiesa del Carmine, trasformata in cappella dell'Oratorio, perchè la preghiera sia al centro di tutto!
Oggi, dopo ben 2 anni, si concretizza anche una piccola profezia: la presenza di una suora FmA per aiutare l'Oratorio a crescere e per una missione costante verso i giovani. E quindi il "Con" è anche "Con le Fma". La realizzazione del carisma salesiano nel mondo (e Rignano per me è il mondo in cui vivo la mia missione presbiterale)  è davvero un obiettivo unico e dà senso al mio essere Salesiano Cooperatore. (  d. Nazareno Asc)
Per un giovane prete interessarsi ai giovani e ai ragazzi è quasi connaturale, si è in una sintonia reciproca non ricercata.  Anch’io ho vissuto questa stagione, ma anche ora che i miei capelli sono bianchi, sento dire da parte della gente della mia parrocchia : “togli i giovani e i ragazzi a don Domenico e gli hai tolto tutto”.
Mi ha sempre affascinato la figura di don Bosco: cercare di conoscerlo meglio, andare a pregare sulla sua tomba, visitare il primo oratorio, quello di Valdocco…scoprire che  dal mio paese, San Paolo di Civitate,  verso la fine degli anni ottanta del secolo XIX, vivente ancora don Bosco, è partita una lettera per chiedergli di inviare alcuni suoi sacerdoti per la cura dei giovani.   Allora frequentare  le FMA presenti in diocesi, accogliere la proposta a diventare salesiano cooperatore è stato un tutt’uno. Mi è sembrata questa scelta la conseguenza logica e lo sbocco naturale del mio essere prete con i giovani e per i giovani.
Oggi insieme ad un  “confratello” salesiano cooperatore che il Signore mi ha posto accanto a più riprese nel servizio pastorale (Pasquale De Salvio), viviamo a pieno il nostro carisma a servizio dei giovani e con loro a servizio del mondo.  In una parrocchia di 3500 abitanti seguiamo una cinquantina tra ragazzi e ragazze: compieta ogni sera,due incontri di formazione alla settimana, partecipazione alla S. Messa domenicale, servizio del canto, servizio liturgico, prestare, da parte dei più grandi, un’attenzione educativa nei confronti dei più piccoli all’interno dell’ACR, collaborare con i volontari della Caritas Parrocchiale per quei servizi che sono richiesti….  Due momenti belli ed arricchenti sono stati  le due novene dell’Immacolata e del Natale. Ai giovani, nello spirito salesiano di forte devozione mariana, stiamo dando dei piccoli imput per innamorarsi della Madre di Dio: ogni giorno una decina di rosario,  stiamo inoltre tentando di costituire in parrocchia il gruppo dell’ADMA.   Alcuni di loro (tre o quattro) hanno chiesto di intraprendere il cammino di formazione per entrare come salesiani cooperatori nella grande famiglia salesiana.
Nello  spirito del “da mihi animas ..”siamo aperti alla collaborazione  a 360° con tute le agenzie educative e sociali del territorio: abbiamo fornito l’opuscolo del sistema preventivo alle catechiste, ai molti genitori , agli insegnanti della scuola elementare e media con momenti di confronto che a volte ci sono stati richiesti. Con l’amministrazione comunale collaboriamo per attività estive con i ragazzi e per l’attivazione di progetti di prevenzione per l’alcool. Siamo contenti di sentirci figli di don Bosco in compagnia di tanta gente che lo vuole conoscere e lasciarsi ispirare nella sua scelta di dedizione totale al mondo dei ragazzi e dei giovani 

(Don Mimmo e Pasquale) 

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